Il bellissimo spot delle Paralimpiadi 2016 ci mostra in modo abbagliante qualcosa su questi atleti, ballerini, cantanti, musicisti e altre persone che, prima o dopo, nella loro vita hanno trovato un ostacolo tanto grande da farsi probabilmente chiedere “Ce la posso fare?”.
Non voglio spendere parole sul mondo della disabilità; mi interessa invece soffermarci su come ognuno di noi, più o meno “abile”, ha trovato (o troverà) nella propria vita dei momenti in cui si è trovato di fronte ad una porta chiusa, un muro.
Un momento in cui le circostanze lavorative, fisiche, un’altra persona o altro ci hanno messo di fronte ad un “No” invalicabile e ci hanno fatto sentire davvero impotenti. Ci hanno fatto dire “No, I can’t!”, “No, non ce la faccio!”.
E’ vero: probabilmente alle volte non possiamo più fare quello che facevamo prima, nel modo in cui lo facevamo prima, con la persona con cui lo facevamo prima, nel luogo in cui lo facevamo prima.
Però non vuol dire che non possiamo trovare il modo, come l’acqua quando incontra un ostacolo nel suo cammino, di aggirare l’ostacolo e fare qualcosa di leggermente diverso, con un’altra persona, in un altro luogo.
Spesso rimaniamo attaccati alla parte di noi che ha paura di affrontare il dolore per la perdita di una possibilità (facendoci rimanere bloccati), invece di stare con questo dolore, conoscerlo e scioglierlo e dirigerci in seguito verso qualcos’altro che può renderci ancora (o per la prima volta) felici.
In alcuni casi questa possibilità è semplice, in altri molto complessa: quasi sempre richiede “coraggio”.
Il coraggio di stare male per qualcosa e ripartire.
Per un obiettivo concreto, un sogno ancora da formare, una relazione da iniziare.
Yes, we Can.
Yes, we can!
- Posted By: Luca Leoncini
- Posted In: Emozioni, Generico, Relazioni
- settembre 13, 2016
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