Alcuni termini provenienti dalla psicologia sono entrati a far parte ormai stabilmente del linguaggio comune: inconscio, stress, difesa, conflitto sono alcuni esempi di questa trasformazione della nostra comunicazione linguistica.
In particolare il termine Stress credo abbia un posto al vertice o almeno sul podio; quante volte lo usiamo nella nostra vita di tutti giorni? “Sono stressato!”, “Sei uno Stress!”.
Ma cosa vuol dire Stress? Da dove viene questo termine?
Una delle traduzioni dall’inglese dice che stress significa sollecitazione.
In Psicologia il termine stress fu impiegato per la prima volta nel 1936 da Hans Selye che lo definì come “risposta aspecifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso” (richiesta come sollecitazione).
In base al modello di Selye, il processo stressogeno si compone di tre fasi distinte:
1 – fase di allarme: il soggetto segnala l’esubero di doveri e mette in moto le risorse per adempierli;
2 – fase di resistenza: il soggetto stabilizza le sue condizioni e si adatta al nuovo tenore di richieste;
3 – fase di esaurimento: in questa fase si registra la caduta delle difese e la successiva comparsa di sintomi fisici, fisiologici ed emotivi.
http://ed.ted.com/lessons/how-stress-affects-your-brain-madhumita-murgia
Questo bel video esplicativo spiega perchè se uno stress è di breve durata e finalizzato ad un obiettivo reale funge da stimolo a produrre risposte piu appropriate (efficaci ed efficienti, direbbero alcuni), ma se lo stress perdura per un periodo di tempo troppo lungo si parla di stress cronico e si iniziano ad avere effetti negativi sul cervello e quindi, di conseguenza, sul corpo intero.
In uno dei miei primi post parlavo della PNEI (Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia): la rete che lega i vari apparati e sistemi dell’Uomo; lo stress è proprio l’esempio più calzante di come ambiente, ormoni, struttura cerebrale, mente ed emozioni, comportamenti, sistema immunitario (etc.) siano assolutamente interrelati.
Gli effetti primari (tra i tanti) dello Stress cronico che il video mette in evidenza sono:
- aumento dell’emozione della Paura;
- difficoltà di Apprendimento;
- difficoltà dei processi di Memoria;
- difficoltà (in un meccanismo di corto circuito) dei processi di regolazione dello stress stesso;
- riduzione delle sinapsi (i collegamenti) tra i neuroni (le cellule cerebrali);
- riduzione della parte del cervello che regola:
- la concentrazione
- la capacità di giudizio
- la capacità di prendere decisioni
- le interazioni sociali.
Come si può combattere lo stress cronico quindi?
Oltre ad adottare dei comportamenti di modificazione degli elementi stressanti dell’ambiente o del modo in cui si percepiscono tali eventi o la capacità di farvi fronte, il video suggerisce due “metodi” ormai avvalorati dalla ricerca: l’attività fisica e la meditazione (di entrambi ho parlato brevemente in due dei precedenti articoli).
Ritornerò sulla Meditazione in un post futuro, ma per mi piace sottolineare come ognuno di noi ha dei modi personali per abbassare il livello di cortisolo (un modo dotto per dire che siamo stressati): cantare, ridere, passeggiare, stare a contatto con la natura, leggere, farsi un bagno caldo, il contatto fisico con qualcuno cui si vuole bene (e non solo) sono alcuni dei modi che possiamo utilizzare (ognuno per quello che sento più affine a se stesso) per rilassarci e ridare respiro al nostro cervello e al nostro umore.
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